Il bicentenario di De Sanctis e il cambiamento nello sport

E’ appena cambiata l’ora legale, iniziano le celebrazioni per il Bicentenario della nascita di Francesco de Sanctis, che al terzo mandato da Ministro della Pubblica Istruzione fu autore della riforma che, nel 1878, istituì la “ginnastica educativa” nelle “elementari” e per le donne. Tira aria di novità anche per lo sport del Duemila: il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, intervistato ieri da Minoli per LA 7, annuncia che con il prossimo “quadriennio” non mancherà il da fare, tanto premono le problematiche sociali che ci riguardano e che si addensano, tante sono le variabili sul tema delle discipline ( oltre trecento ), tante sono le organizzazioni, che a vario titolo rivendicano a torto o ragione riconoscimenti e prebende, da esigere adeguate risposte fatte di coraggio progettuale e forte determinazione attuativa . La visione limitata, solo CONI-centrica della questione sportivo-ludico-motoria, porterebbe ad ingigantire esigenze, che possono essere diversamente considerate di nicchia e a minimizzare questioni di fondo, che andrebbero affrontate con il concorso generale del Paese e per esso dello Stato, del suo Governo centrale e dalle articolazioni regionali e comunali, come assegnatarie di un compito sacrosanto, ovvero quello di garantire a tutti il diritto allo sport, inteso come sana pratica motoria, confacente ad un diversa qualità della vita e della salute e quindi per conseguenza della spesa per la sanità, determinante per una collettività, che deve far quadrare il bilancio pur garantendo l’assistenza a carico dell’erario. L’idea di Malagò è che la dinamizzazione dello sport potrebbe accelerare un positivo processo evolutivo, con ricadute significative anche per nuove opportunità di lavoro. Io penso che la scommessa più grande sia proprio quella di far capire quanto sia importante investire strategicamente nello sport sociale, per spendere poi meno in medicine e ricoveri ospedalieri. Per questo, ritengo anche che l’intrapresa vada affrontata non tanto e non solo esibendo un medagliere straordinario, sempre più importante ed onusto di glorie mondiali ed olimpiche, ottenute sui campi di gara dalle nostre eccellenze agonistiche, quanto impegnando le straordinarie risorse scientifiche, culturali, sociali di cui lo sport italiano dispone e che è in grado di aggregare ulteriormente, perché sono naturalmente nelle sue disponibilità, perché sono al suo interno, anzi sono la sua essenza, perché si tratta di milioni di praticanti, di quadri dirigenti, di tecnici, prevalentemente espressione coesa di un volontariato attivo concreto, ispirato a valori etici che ridondano beneficamente nella società civile. Ma come e con chi coordinarsi, formare una task force che possa essere impegnata seriamente in un progetto così importante, se non in una razionale indispensabile sinergia con il Governo e molti dei suoi Dicasteri (Sport, Istruzione, Salute, Interno, infrastrutture e Trasporti, Lavoro e Politiche Sociali, Affari Esteri …) forte della Delega conferita dalla Legge Istitutiva , facendo leva sulle sue strutture ed orientando diversamente risorse, che costituiscono una preziosa riserva, come ad esempio il settore delle “Benemerite”, le Associazioni che raccolgono al loro interno valori certi, storicamente selezionati, dello sport italiano, che raggruppano nelle loro file coloro che sono in grado di dare qualità, non solo per aver già dimostrato il proprio valore sul campo, ma per il fatto che da sempre hanno mantenuto lo straordinario vincolo dell’appartenenza senza nulla pretendere. Nei prossimi giorni, affronterò in modo più puntuale l’argomento, ma per rimanere a quella che è la mia area di pertinenza, alla promozione del rispetto delle regole, dello stile di vita corretto, dei valori etici, ovvero del fair play, posso anticipare che tra l’altro è prossima una importante azione di diffusione della cultura fair play, in collaborazione con e tra il Dipartimento della Responsabilità Sociale-CONI, il MIUR e il Ministero del Lavoro/Politiche Sociali, in tutte le Scuole Primarie d’Italia, ovvero un intervento su ben cinquantottomila classi per circa un milione e mezzo di ragazzi dai sei a dieci anni. Diciamo che si tratterà della più massiccia iniziativa per promuovere alla radice concetti positivi fondamentali e non solo una sana e corretta cultura sportiva, mai attuata sin dai tempi del mitico Ministro Francesco de Sanctis, solo in qualche modo preceduta da quella benefica ondata di sport-scuola-comuni, che furono gli indimenticabili Giochi della Gioventù negli anni settanta.

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